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Riciclare in vacanza: 3 azioni salva ambiente
Mercoledì 08 Luglio 2015
Giulia Giarola

L'arrivo dei turisti nelle città, al mare o in montagna è sempre ben visto dall'economia locale. Eppure molto spesso porta con sé un disagio che salta subito all'occhio. Sto parlando del “littering”, un fenomeno che purtroppo dilaga senza alcuna sosta tra spiagge e strade. Di cosa si tratta?

Littering è una parola inglese e deriva dal verbo “to litter”, letteralmente: gettare rifiuti, disseminarli, lasciarli in giro. In pratica è il malcostume che vede i rifiuti abbandonati con totale noncuranza nelle aree pubbliche. Ed è un fenomeno crescente!

Una brutta abitudine, quindi, che non ha niente in comune con lo smaltimento illegale dei rifiuti, ma è strettamente collegata con la maleducazione delle persone che in vacanza non rispettano alcune semplici regole.

Bottiglie di plastica, vetro, lattine, pezzi di carta, mozziconi di sigarette, assorbenti, avanzi di cibo, sacchetti e piccoli imballaggi in genere: chi non ha mai visto questi rifiuti sulla spiaggia? Sono veri e propri “litter”, di ogni forma e dimensione, gettati via impropriamente sul suolo pubblico senza il minimo buonsenso.

E le ripercussioni di questa inciviltà non sono poche: inquinamento ambientale (con gravi conseguenze per gli animali marini), degrado e danno estetico, effetti sulla qualità della vita ed elevati costi di igiene urbana.

L'abbandono dei rifiuti sulle spiagge, nelle aree pic-nic o in qualsiasi altro luogo, è un comportamento per niente responsabile e frutto della società usa e getta di oggi. Una società spesso inconsapevole dei seri danni provocati dal littering sulla salute e sull'ambiente che condividiamo con altre forme di vita.

La plastica è la regina indiscussa dell'immondizia sparsa in giro per il mondo. A partire dalle bottiglie fino a tappi, polistirolo, secchi, e stoviglie. Questo materiale, utilizzato praticamente ovunque, rappresenta almeno il 65% della spazzatura gettata sui litorali, secondo l'indagine beach litter condotta da Legambiente. E con l'arrivo dell'estate le spiagge diventano quasi delle discariche a cielo aperto, nelle quali la pigrizia è un fattore determinante. Non ci vuole poi molto per alzarsi dallo sdraio e buttare in modo appropriato un rifiuto.

Dobbiamo ricordarci una cosa fondamentale: in vacanza il riciclo è ancora più importante. Primo perché è un dovere rispettare qualsiasi ambiente, soprattutto se siamo degli ospiti. Secondo perché diamo la possibilità ai materiali di essere riciclati e quindi riutilizzati in altro modo. Terzo perché contribuiamo a mantenere alto il livello estetico del posto, oltre a quello di sicurezza per gli animali che ci vivono.

Ecco tre azioni da adottare in vacanza per tutelare l'ambiente:

  1. Se trovi dei rifiuti in mare, sulla spiaggia o per strada raccoglili, così potrai collaborare a preservare la bellezza del paesaggio. E ricorda che il 95% dei Comuni italiani ha attivato il servizio di raccolta differenziata, quindi chi in spiaggia non usufruisce dei contenitori appositi non ha proprio scuse!
  2. Prima di partire riduci gli imballaggi non indispensabili: ci sono alcuni luoghi come l'alta montagna, le aree protette, o le spiagge libere più isolate nei quali è più difficile gestire i rifiuti e magari non è così semplice trovare dei cestini. Ecco perché è bene ridurre prima di partire, per non lasciare alcun rifiuto in giro.
  3. Informati sulle modalità della raccolta differenziata: per capire come funziona la gestione dei rifiuti nel luogo della tua vacanza basta chiedere informazioni all'albergatore, al gestore del camping, dello stabilimento balneare o direttamente al Comune.

Quando ci spostiamo per andare in ferie dobbiamo sempre tenere a mente che è nostra responsabilità essere educati e comportarci in modo sano ed ecologico. Basta poco, perché anche il più piccolo gesto può fare la differenza.


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Ciò che fino a oggi ha limitato la vendita dell’usato è stato un problema di percezione.
Quando una persona va al ristorante non si pone la questione se il piatto in cui mangia sia stato utilizzato da qualcun altro.
Eppure se lo chiede quando acquista un abito o un mobile di seconda mano.
Ma è palpabile l’evoluzione verso questo nuovo stile di vita.
Alessandro Giuliani
su Il Salvagente


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