Sono sempre di più le Star internazionali dello spettacolo che fanno outing, dichiarando la loro passione sfrenata per l’usato.
Recentemente abbiamo parlato di Jessy Arrington, stilista famosa per ricreare e reinventare capi di seconda mano, ma sono sempre più coloro che dichiarano di vestire low cost, pur essendo icone di stile e eleganza. Nelle ultime settimane, ad essere stata immortalata tra le bancarelle di un mercatino, per di più italiano, è colei alle quali ci siamo tanto ispirate agli inizi degli anni 2000, copiandone ogni dettaglio possibile: Sarah Jessica Parker, conosciuta come Carrie Bradshaw di Sex and The City. Proprio così: abituati a vederla entrare e uscire da negozi di lusso a Manhattan, la vediamo ora passeggiare lungo le strade di Via Sannio a Roma, tra una ripresa e l’altra del suo film, alla ricerca di qualche capo vintage made in Italy.
Non è difficile comprendere le ragioni dell’interesse verso i mercatini dell’usato: circoscritti a una piazza, racchiudono anni di storia, infinite tradizioni, mode passate, mode tornate. Racchiudono ricordi, emozioni, vissuti. Parlano del luogo e della gente che li vive. Raccontano del tempo che passa, con oggetti che sembrano non invecchiare mai troppo. Tutto questo, a prezzi molto convenienti.
Negli ultimi anni anche i mercatini sono cambiati e alle bancarelle lungo le vie delle città si sono affiancati veri e propri negozi dell’usato, punti vendita ordinati e rinnovati, in cui si può trovare di tutto, dall’abbigliamento all’oggettistica per la casa, piccoli mobili e elettrodomestici, lampade, quadri, borse e molto altro, con un risparmio di oltre il 50% rispetto al nuovo. Inoltre, i negozi dell’usato ritirano in conto vendita la merce di seconda mano, permettendo al venditore di ottenere un guadagno pari alla metà dell’importo a cui gli articoli vengono venduti.
Vi è un’altra ragione alla base del successo crescente dell’usato: il riuso rappresenta una forma consapevole e responsabile di consumo. È ormai chiaro che le azioni per prevenire l’emergenza ambientale non possono più essere né demandate, né rimandate: è necessaria un’azione che parta dal basso, da ogni cittadino, dalla pratica quotidiana. Un’azione semplice, applicabile e efficace. In quest’ottica il riuso rappresenta lo strumento più semplice a disposizione di ciascuno di noi per fornire un contributo concreto all’ambiente, evitando gli sprechi di beni e di energia e riducendo in tal modo le emissioni di anidride carbonica.
Alla luce di questi numerosi benefici, vendere e acquistare l’usato concede un lusso: quello di cambiare, di personalizzare, di liberare la creatività superando le omologazioni, di parlare di sé, di scegliere e inventare il proprio stile. Il lusso di potersi concedere un capriccio, senza sacrifici né ripensamenti.
L’usato smette così di essere associato ad una fascia povera e anziana della popolazione, per entrare con freschezza, vivacità e spirito innovativo nella vita di tutti, ogni giorno. E se ci offre libertà, sia essa economica, artistica o, vista in una sfera più ampia in termini di benessere, è un vero lusso, indispensabile e irrinunciabile.
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