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Relax e shopping stra-ordinario al mercatino!
Mercoledì 11 Giugno 2014
Monica Ferraccioli

Perché recarsi al mercatino dell’usato? Risparmio, ma non solo. La ragione principale risiede nel desiderio di trascorrere una giornata rilassante alla ricerca di qualcosa di esclusivo.

Come consumatori, stiamo riducendo il nostro interesse per i grandi centri commerciali, in favore della cosiddetta esperienza di acquisto. Al mercatino gli oggetti usati raccontano una storia, tramandano profumi, epoche, usanze vissute o riscoperte. C’è il collezionista, alla ricerca insaziabile di pezzi originali con cui arricchire il suo archivio; c’è l’appassionato dello stile vintage, che tra un banco e l’altro può trovare capi o accessori con cui valorizzare il suo look; c’è la persona comune, che si dedica una comoda passeggiata scrutando tra i numerosi espositori alla ricerca degli oggetti che hanno caratterizzato la sua infanzia, per ricordare e raccontare.

Oggi questa esperienza è stata ulteriormente estesa con lo sviluppo dei negozi dell’usato. Questi punti vendita dediti al riuso sono aperti tutti i giorni della settimana e hanno apportato un’innovazione importante all’intero settore grazie a un’offerta più ampia, a una maggiore selezione dal punto di vista qualitativo e grazie anche a iniziative che si estendono all’intero ambito territoriale in cui il negozio è ubicato. Inoltre, a differenza del mercatino, nei negozi dell’usato oltre che acquistare si può anche vendere, attraverso il principio del conto vendita, ciò che non si usa più ma che ancora si trova in ottime condizioni.

Entrate in questi empori, proverete lo stesso stupore che aprendo uno scrigno misterioso: non finirete di guardare, di cercare, di scoprire. Ogni articolo esposto merita attenzione: per l’utilità che gli si riconosce, per il periodo storico al quale appartiene, per il basso prezzo al quale viene venduto. Oltre a mobili e suppellettili, inoltre, i negozi dell’usato sono ricchissimi di capi di abbigliamento, spesso firmati, accessori e bijoux. Proprio come in un normale punto vendita, i vestiti esposti sono in linea con la stagionalità, si possono provare all’interno dei camerini e ci si può specchiare, per cercare il capo migliore per il proprio stile e le proprie necessità.

Un ruolo molto importante per il crescente sviluppo dei punti vendita dell’usato è dato anche dalla rete: dimenticate lo stereotipo degli antiquari, anziani signori immobili al passare del tempo alla pari degli oggetti che esponevano sui propri banchetti. I titolari dei negozi sono giovani, entusiasti e intraprendenti. Per questo spesso è possibile consultare le vetrine aggiornate comodamente on line, per conoscere le ultime novità anche da casa. I negozi non si limitano alla vendita e all’acquisto ma puntano a diffondere concretamente una maggiore sensibilità verso il riuso: per questa ragione in occasioni speciali si trasformano in spazi per laboratori creativi, alcuni per adulti altri per bambini, per incontri con aziende del territorio, per esposizioni di artisti emergenti. L’obiettivo è quello di far comprendere che non tutto ciò che si butta è rifiuto: molte cose, per noi non più utili, possono invece ritrovare il loro impiego per altre persone o possono essere ricreate e reinventate a nuovi utilizzi.

Il riuso è una forma di acquisto e di consumo ritrovata, con forti implicazioni sia dal punto di vista economico sia dal punto di vista ambientale. Ad accelerarne lo sviluppo, la possibilità, attraverso questo comportamento, di creare uno stile assolutamente personale, unico, ricco di carattere, lontano dall’uniformità e dalla spersonalizzazione imposta dalle mode. Lontano dall’usa e getta a cui ci siamo troppo in fretta adattati, dallo spreco dal quale ci siamo lasciati coinvolgere.

Una domenica al mercatino o una giornata al negozio dell’usato, non perdiamo l’occasione di osservare, di lasciarci stupire, di incuriosirci e soprattutto di rilassarci, senza imposizioni di mode, tendenze e opinioni. Dedichiamoci del tempo e cerchiamo qualcosa che realmente ci appartenga, ci rappresenti, qualcosa che ad altri, se riutilizzato, un giorno parlerà anche di noi.


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Ciò che fino a oggi ha limitato la vendita dell’usato è stato un problema di percezione.
Quando una persona va al ristorante non si pone la questione se il piatto in cui mangia sia stato utilizzato da qualcun altro.
Eppure se lo chiede quando acquista un abito o un mobile di seconda mano.
Ma è palpabile l’evoluzione verso questo nuovo stile di vita.
Alessandro Giuliani
su Il Salvagente


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