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Abiti di Carnevale low cost: scopri dove!
Mercoledì 26 Febbraio 2014
Monica Ferraccioli

Il Carnevale è vicinissimo e non hai ancora un abito carino e divertente da indossare? Molto probabilmente a frenarti nella scelta sarà stato il costo elevato dei costumi, ben poco conveniente se si pensa che la festa dura solo qualche ora.

Perché non pensare ad un costume di Carnevale low cost? In commercio si trovano facilmente pezzi unici, attuali e spesso anche elaborati a prezzi molto convenienti. I negozi dell’usato in questo periodo dedicano interi corner espostivi alle maschere, presentando idee geniali e articoli bizzarri. Può anche capitare di trovare abiti usati dalle compagnie teatrali, con stoffe pregiate, sontuose, i cui costi sono spesso inferiori al noleggio, come pure i rischi.

Sempre più persone si rivolgono ai mercatini per portare il proprio usato conservato in buone condizioni e ricavarne un bel gruzzoletto in contanti. Non solo privati: le compagnie al termine di una rappresentazione teatrale, i titolari di negozi in fase di chiusura, i neo-designer che desiderano far conoscere le proprie collezioni. Il punto vendita dell’usato diviene in questo senso una vetrina di opportunità interessanti, di articoli come nuovi scontati fino al 70%. Basta un click alla vetrina on-line di alcuni negozi dell’usato, come quelli dei network Mercatopoli o Baby Bazar, per capire la varietà di capi e oggetti che vi si possono trovare.

Il riuso è un comportamento che sta riscuotendo un forte interesse: niente di più antico in realtà, eppure, complice la crisi economica degli ultimi anni, sembra proprio rappresentare il futuro. Questo a dimostrazione di come tutti noi siamo ancora alla ricerca di articoli carini e di qualità, ma con un occhio di maggiore rispetto nei confronti del denaro.

Ecco quindi che il Carnevale, che rappresenta la festa più divertente dell’anno per bambini e adulti, diviene l’occasione giusta per promuovere questa ritrovata sensibilità, questo nuovo stile di vita. La massificazione dei consumi ci aveva convinti che “usato” significasse vecchio, démodé, logorato. Ci aveva convinti che “usato” dovesse essere scartato. Ora riscopriamo invece che “usato” può essere griffato, può essere ricreato e reinventato. Diventa una nuova possibilità per marcare la propria personalità e divertirsi a cambiare, senza sprechi e risparmiando. Basta un po’ di originalità e tanta voglia di divertirsi per realizzare un costume esclusivo, come mostra Linda nel suo blog Pane, Amore e Creatività.

L’educazione che abbiamo ricevuto, la società in cui siamo cresciuti, ci hanno indubbiamente confezionato la vita. Siamo stati abituati a ricevere informazioni “impachettate”, oggetti confezionati, a provare emozioni predeterminate al punto da scoprirci ciechi di fronte alle nostre capacità e sordi di fronte alla nostra individualità. Concediamoci un giorno della nostra vita per fare un passo indietro e provare ad entusiasmarci con la curiosità, la voglia di creare, di giocare, di divertirci. Forse non vorremo più tornare indietro. Forse è per questo che quelli che ora chiamiamo “negozi dell’usato”, fra un po’ saranno semplicemente i nostri “negozi”.


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Ciò che fino a oggi ha limitato la vendita dell’usato è stato un problema di percezione.
Quando una persona va al ristorante non si pone la questione se il piatto in cui mangia sia stato utilizzato da qualcun altro.
Eppure se lo chiede quando acquista un abito o un mobile di seconda mano.
Ma è palpabile l’evoluzione verso questo nuovo stile di vita.
Alessandro Giuliani
su Il Salvagente


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